1990 – Bari al centro d’Europa – La vittoria della Mitropa Cup

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PREFAZIONE
“Se Parigi avesse il mare sarebbe una piccola Bari”.

Quante volte abbiamo sentito pronunciare questa frase? Tante volte, forse troppe, una frase spinta dall’amore che i baresi provano per la loro città, una frase che, sotto sotto, coltiva una piccola malinconia per una città che vorrebbe emergere ma che non lo può fare per problemi importanti che le hanno sempre tarpato le ali.
La storia, però, insegna che anche nella difficoltà più assoluta le cose possono cambiare, insegna che il brutto anatroccolo può diventare un bellissimo cigno, ed è proprio quello che successe a Bari negli anni ’90, un decennio che ha scritto e cambiato indelebilmente la storia di una città che fino a quel momento era un eterno “vorrei ma non posso”.

Questa piccola rubrica vuole raccontare, a 30 anni di distanza, il decennio d’oro di una città che si è trovata, tutto ad un tratto, ad essere uno dei poli più importanti dello sport europeo e mondiale.

 

1990 – Bari al Centro d’Europa – Il trionfo in Mitropa Cup

La storia delle squadre cosiddette “provinciali” è fatta di notevoli alti e bassi con sullo sfondo un sogno che appare sempre molto complicato ed inarrivabile: l’Europa.
Il potersi confrontare con le migliori squadre europee, infatti, stuzzica da sempre la mente dei tifosi, dei giocatori e dei presidenti che sognano di poter scrivere pagine indelebili nella storia del Club, basti pensare alla “Dea dei Sogni” che in questi mesi ha conquistato dei risultati incredibili, inimmaginabili fino a qualche anno fa.

La prepotente comparsa dei Matarrese nella strada dei biancorossi fu accolta dalla città con notevole felicità, sognando appunto possibili scenari europei che con una società finalmente solida sarebbero stati possibile. Sappiamo tutti com’è finita, ma nel 1990, dopo un campionato di Serie B notevolissimo, concluso alle spalle della sola Genoa, i biancorossi potettero finalmente giocarsi le carte in una competizione europea: la Mitropa Cup.

Un po’ di storia

La Coppa Mitropa vinta dal Pisa nel 1985
La Coppa Mitropa vinta dal Pisa nel 1985

La Coppa Mitropa, o Coppa dell’Europa Centrale, era una delle competizioni europee minori che tanto andavano di moda in quegli anni. In questo caso, questa competizione vedeva parteciparvi le neo-promosse di alcuni campionati europei tra cui l’Italia, l’Ungheria, l’Austria, la Ceco-Slovacchia e la Jugoslavia.
Nonostante potesse sembrare una sfida di basso livello, la Mitropa fu la prima Competizione Europea in assoluto: nata alla fine degli anni ’20, in piena ricostruzione dopo la Prima Guerra Mondiale, le maggiori organizzazioni nazionali calcistiche decisero di sfidarsi apertamente in un torneo internazionale per club dal sapore prestigioso. L’allora scenario calcistico mondiale, infatti, vedeva ai vertici proprio le nazioni dell’Europa Centrale, con l’Italia che diventerà per due volte consecutive Campione del Mondo, la Jugoslavia e la Ceco-Slovacchia a contendersi il podio e una Ungheria in rapida evoluzione.

Nonostante mancassero delle nazioni del calibro di Gemania, Francia e Spagna che, in quell’epoca, erano ancora disorganizzate e/o in piena rivoluzione post-bellica, la Mitropa riscosse un discreto successo, soprattutto grazie alla rivoluzione del format nella fine degli anni ’30 dove, dalle iniziali 8 squadre, si passò ad una competizione più aperta e coinvolgente, con 20 club a contendersi il titolo di Campioni dell’Europa Centrale.

Con la “Rivoluzione Calcistica Europea” del periodo post Seconda Guerra Mondiale, però, la Coppa Mitropa perse via via il suo fascino. La crescita, infatti, dei club della restante parte d’Europa e la lontananza sempre più assottigliata con i club inglesi, creò i presupposti per delle competizioni più ampie ed importanti che, man mano, ridimensionarono la Coppa Mitropa che, alla fine degli anni ’70, venne trasformata in una competizione per i club vincitori delle seconde serie delle nazionali coinvolte, mantenendo questo format fino alla sua ultima versione, quella del 1992.

L’addio trionfale al Della Vittoria

A seguito dei vari cambiamenti di format della Mitropa nei suoi ultimi anni di vita, pur non avendo vinto il Campionato di Serie B del ’89, concluso alle spalle del Genoa, fu permesso al Bari di partecipare al torneo del 1990 e, al contempo, di ospitare tutte le gare del torneo nei vari campi della provincia barese, da Bitonto a Barletta passando per Andria e Altamura.

La supremazia di Genoa e Bari si percepì fin da subito: nonostante tra le avversarie ci fossero lo Slavia Praga ed il Pécsi, fresco vincitore della Coppa di Ungheria, il livello del calcio italiano di quegli anni era altissimo, con la Serie A considerata come la competizione più difficile ed affascinante d’Europa e questo alto livello si ripercosse anche nelle squadre della Seconda Serie nazionale che potevano vantare di giocatori di tutto rispetto.

Il torneo, formato da due gironi composto da 3 squadre con sole partite secche, vide il Genoa faticare ed arrivare a pari punti con lo Slavia Praga (ma qualificatasi alla finale per la migliore differenza reti) mentre il Bari, come detto squadra e città ospitante del torneo, passeggiò rifilando 3 gol al Pécsi e agli slavi del Radnički Niš qualificandosi in Finale, altra partita secca da giocarsi al Della Vittoria.

Grazie all’importanza della famiglia Matarrese, Bari ebbe l’onore di ospitare la finale terzo-quarto posto che si sarebbe svolta qualche mese più tardi nei Campionati Mondiali di Italia 90 e per questo fu la città prescelta per il progetto architettonico più imponente ed importante dell’intera competizione, il San Nicola che avrebbe preso le redini dell’ormai “obsoleto” Della Vittoria.
Il destino decise, così, di concedere al Della Vittoria una degna pensione, “regalandogli” la sua prima ed unica finale europea svoltasi il 21 maggio 1990 davanti a poco più di 3000 spettatori, per di più in Diretta nazionale su Rai Tre. Il San Nicola, infatti, non era ancora pronto ed il “sogno” di Antonio Matarrese di poter regalare al San Nicola un esordio europeo non fu possibile. 

Entrambe le squadre potevano vantare delle rose di tutto rispetto, ma la squadra biancorossa risultava superiore sulla carta grazie alla presenza di Joao Paolo, Gerson e Di Gennaro per dirne alcuni.
Le sfide tra le due squadre in campionato si erano concluse entrambe in parità per 0-0 ma in classifica il Genoa ebbe la meglio per la sola differenza reti, maggiore per i Genoani grazie ad una difesa arcigna e collaudata.

La finale non fu spumeggiante. Il Bari, con una formazione quasi “sperimentale” fu padrone del campo, con il Genoa molto attento in fase difensiva e con il timore di possibili infortuni indesiderati nella mente di tutti e 22 gli uomini in campo. Fu decisiva la solita sgroppata solitaria sulla destra di Perrone che, imbeccato da una grande apertura di Terracenere, si ritrovò faccia a faccia con Braglia al 14′ minuto del primo tempo.

Nel corso degli anni le premesse e le promesse dei Matarrese furono importanti. Celebri furono infatti le due dichiarazioni più “forti” della proprietà, dal “Faremo del Bari la Juventus del Sud” al “Datemi un grande stadio e vi farò un grande”. La vittoria in Mitropa Cup, il nuovo stadio San Nicola e le premesse sportive importanti con una squadra finalmente competitiva portarono una grande consapevolezza (e soprattutto delle grandi illusioni) al popolo biancorosso, fiducioso in un futuro radioso. Futuro radioso che, come ben sappiamo, non arriverà mai.

 

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