Quando Giùann divenne allenatore dei Gabbiani

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Dàng nù tùzz, Giuànn dàng nù tùzz.

Chiunque abbia tifato Bari a cavallo tra gli anni ’80 e gi anni ’90 avrà cantato, o per lo meno sentito almeno una volta, questo coro. Sì, perché “Giuànn Dàng nù tùzz“, soprattutto quando le partite diventavano “bollenti” negli ultimi minuti di gara o, peggio ancora, quando si affacciava al Della Vittoria un’attaccante abbastanza arrogante da sfidare la squadra e tutto lo stadio in una vera e propria battaglia di nervi, era diventato un rito proverbiale.
Maradona, Gullit, Van Basten, insomma alcuni tra i migliori attaccanti della storia della Serie A hanno incrociato almeno una volta lo sguardo di Loseto, lo sguardo di un barese verace che  grazie al Mister Bolchi divenne titolare della difesa barese a soli 21 anni nella squadra che, per la seconda volta nella sua storia, effettuerà il “Doppio salto” dalla C alla A.

La sua carriera con la maglia biancorossa non ha bisogno di presentazioni: nato e cresciuto nelle fila delle giovanili del Bari, Giovanni Loseto esordisce in prima squadra nel Bari dei Baresi di Catuzzi a soli 19 anni, diventerà il primatista per presenze con la maglia biancorossa grazie alle 312 partite giocate (poi superato da Gillet) e sarà più volte accostato a squadre di medio-alta classifica della Serie A nei suoi migliori anni della carriera. Dopo la permanenza a Bari giocherà anche per il Pescara, per il Cerignola e concluderà la sua carriera calcistica a Conversano.

Per anni siamo stati abituati alla sua presenza tra le fila dello staff biancorosso, grazie al suo carisma e alla sua “baresità (che, a volte, l’ha portato un po’ ad esagerare nelle gare più calde) si era conquistato di diritto il ruolo di allenatore e preparatore della fase difensiva nel periodo a cavallo tra il 2013, con il duo Alberti – Zavettieri, ed il 2018, anno dello storico fallimento della società biancorossa. Non tutti sanno però che dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, Loseto ha avuto una, seppur breve, intensa carriera da allenatore.

2003 – Loseto alla guida del Monopoli

Siamo nel 2002, un anno storico sia per l’Italia calcistica che sta per vivere il famoso 5 maggio che lascerà una traccia indelebile negli almanacchi e nella mente di tutti i tifosi calcistici, sia per l’Italia politica che, con grandi speranze, si appresta ad entrare nell’Euro Zona.

Ecco, speranza. La Treccani indica la speranza come “Attesa fiduciosa, più o meno giustificata, di un evento gradito o favorevole“. Chissà ai monopolitani in quegli anni quante speranze erano rimaste per tornare, almeno per una volta, a tifare sui gradoni del Venezziani la squadra biancoverde della propria città. Sì perché dal 1998 Monopoli era rimasta senza calcio, un incubo per una città che aveva vissuto anni calcisticamente incredibili nella Serie C degli anni 80 e 90. La svolta fortunatamente, arriverà solo un anno dopo.

La famiglia Ladisa, storica famiglia imprenditoriale barese proprietaria ai tempi del Virtus Locorotondo, fiutando il possibile affare decise di spostare il titolo sportivo e la sede sociale della Virtus proprio a Monopoli, dando vita alla Associazione Calcio Monopoli. L’idea di spostare il titolo sportivo era già balenata nella mente dei proprietari, ma un po’ per fare esperienza, un po’ per pratiche che richiedevano comunque tempo e fatica, il “trasloco” lo si ebbe sono alla fine della stagione 2003-04.

Alla guida della Virtus, quell’anno in Eccellenza, c’era proprio Giovanni Loseto, alla sua seconda esperienza in panchina, che grazie al suo carisma sfiorò un’incredibile promozione in un girone infuocato che quella stagione vedeva squadre del calibro del Bitonto, del Ruvo, del Gallipoli e anche del San Paolo Bari, che l’anno successivo centrerà la storica promozione in Serie D.

A Monopoli venne spostato l’intero blocco squadra della Virtus con un solo obiettivo, la rapida risalita nel professionismo.
Ovviamente riconfermato dopo l’ottima stagione, Loseto godeva della fiducia della società e della squadra, chiedere a Gianni Iurino che al Quotidiano di Bari parlando della sua permanenza al Monopoli disse “Sono stato anche allenato dal grande ed immenso, Giovanni Loseto quando allenava il Liberty Monopoli nel 2003-2004, grandi capacità come tecnico, non solo dal punto di vista umano riusciva a trasmettere una grande carica a noi tutti“. Nonostante ci fossero degli ottimi presupposti per far bene, però, qualcosa andò incredibilmente storto.

Dopo un’ottima partenza di campionato, con due vittorie in altrettante partite, il Monopoli uscì sconfitto per 4-1 contro il Fasano che fino a quel momento aveva racimolato solo un punto. Nonostante i buoni risultati e l’estrema fiducia che il gruppo squadra riponeva sull’allenatore, la società, forse per qualche incomprensione, forse solo per una scelta fin troppo azzardata dettata dal largo risultato, decise incredibilmente di esonerare l’allenatore dopo sole tre giornate di campionato, chiamando al suo posto Nicola Ragno.

Da quel giorno in poi, Loseto non si siederà più su una panchina professionistica nel ruolo di allenatore. Nonostante i 78 punti in 41 partite conquistati in una stagione e 3 match, Loseto decise di non accettare nessun’altra proposta: probabilmente troppo forte lo smacco di quell’esonero lampo a Monopoli ma soprattutto troppo forte la tentazione di ritornare a vestire le vesti biancorosse, seppur in un altro ruolo.